Il saluto del Presidente FSE Franco Caldato al Consiglio Generale Agesci riunito a Bracciano dal 1° al 4 maggio
(foto di Matteo Bergamini)
Carissime sorelle guide e fratelli scout,
Vi porto il saluto di tutta l’Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici. A nome del nostro Consiglio Direttivo, vi ringrazio per l’invito a partecipare all’avvio del vostro Consiglio Generale 2025, che conclude le celebrazioni dei 50 anni di vita della vostra Associazione.
Queste giornate sono segnate da grandi eventi, momenti storici, che Dio ha voluto mettere sulla nostra strada: il giubileo della speranza, con la festa degli adolescenti che ha visto pochi giorni fa migliaia di guide ed esploratori assaporare la gioia della condivisione; e la salita al cielo di nostro fratello Francesco, che con il suo passo, lento ma deciso, ha camminato tra noi come pastore amorevole e guida sicura.
E mi riferisco alla feconda eredità che ci ha lasciato nelle sue encicliche e nelle esortazioni. In questi giorni abbiamo avuto occasione di riprenderle in mano e scorgere un testamento che noi scout possiamo rileggere anche alla luce della legge che ci unisce: pensiamo all’enciclica sulla cura della casa comune “Laudato sii”, in parallelo con il sesto l’articolo “lo scout vede nella natura l’opera di Dio, ama piante ed animali”, speculare a “La guida e lo scout amano e rispettano la natura”. E poi anche il testo sulla fraternità “Fratelli tutti”, che noi scout impersonifichiamo con il quarto articolo “Lo Scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout”.
Bene: è su questa fraternità che si basa il nostro essere scout e che qui oggi mi piace ribadire: è una promessa che ci lega fin dalle origini, che ha preso poi percorsi diversi in scelte educative che non devono dividere, ma al contrario divenire occasioni di dialogo e di confronto, di approfondimento e di tensione positiva degli uni verso l’altro, consapevoli che la diversità e la specificità sono una ricchezza e un dono di cui siamo portatori originali: non fotocopie, ma “ognuno con la sua originalità”, come diceva Carlo Acutis, di cui attendiamo presto la canonizzazione che è solo rimandata.
Entrando nel merito del nostro essere qui insieme oggi, trovo particolarmente interessante la vostra scelta di intitolare il consiglio generale “Custodi di sogni”, quei sogni che sono il ponte tra il presente e il futuro, in una tensione carica di speranza.
Molti e qualificati sono gli studi hanno che indagato il rapporto tra giovani e futuro, spesso percepito più come una minaccia che una opportunità. Nell’arco di alcuni decenni il paradigma si è capovolto e così, anziché credere che con il tempo tutto possa progredire e migliorare, molti pensano che il presente possa solo peggiorare. La fotografia che da più parti ci viene mostrata è quella di giovani sfiduciati, timorosi, con pochi sogni. Il disagio viene a legarsi non tanto a uno stato psicologico individuale quanto a una società che “ha tolto il futuro”, riempiendo le giornate di tante ragazze e ragazzi con mille attività spesso iper-performanti che negano il tempo libero (padre dei sogni!), proponendo strumenti facili e modelli ammiccanti che generano dipendenza, solitudine, violenza, isolamento.
Eppure, nonostante questo, noi qualche cosa possiamo fare. Il nostro ruolo è ancora più fondamentale per aiutare i giovani a trovare spazio in modo da permettere loro di sognare in grande e di aiutarli a custodire e coltivare questi sogni, anche se magari non si realizzeranno nell’immediato. E non dimentichiamoci che anche noi adulti siamo chiamati a sognare. Sorreggere i ragazzi e le ragazze nell’intravedere e discernere il progetto di Dio è la sfida per noi adulti educatori e testimoni, che percorriamo quella strada che è partita da Brownsea e che ci porta, insieme, alla casa del Padre. Senza confini, ognuno con il suo passo diverso, specifico e unico, ma con la speranza e la fiducia nel mondo in cui viviamo, sostenuti dalla forza dei sogni.
Buon Consiglio Generale e Buona strada.